#100.5 Circonlocuzioni Laterizie
da... "...there are no takes" (Aaron Levine a subwaytakes) a... "i commenti lampo uccidono l’analisi critica".
Viviamo nell’era delle hot take, delle opinioni espresse in pochi secondi, spesso senza profondità, solo per raccogliere qualche like o condivisione. Ma cosa succede quando, davvero, non c’è nulla da dire?
Aaron Levine, in un recente episodio di SubwayTakes, lancia una provocazione semplice ma potente: “Non c’è nulla da dire!”. In un mondo in cui tutti sentono il bisogno di commentare ogni collezione, ogni sfilata, ogni tendenza nel momento stesso in cui accade, è un promemoria prezioso. Non ogni show merita un’analisi istantanea, non ogni look necessita di una reazione immediata. A volte, il silenzio è l’unico commento sensato.
Forse, invece di rincorrere la novità con giudizi affrettati, dovremmo prenderci il tempo di osservare, riflettere e lasciare che un’idea maturi. La moda non è solo spettacolo da consumare all’istante, è anche cultura, narrazione. E la buona critica – quella che davvero fa la differenza – nasce dal pensiero, non dalla velocità.
E se la prossima volta, davanti a una sfilata, il miglior commento fosse proprio quello di Aaron Levine? Non c’è nulla da dire!
La critica di moda non è ancora morta, ma è da tempo che non vediamo analisi davvero interessanti sulle sfilate. Il problema? L’attenzione si è spostata dal contenuto al puro spettacolo, e il dibattito è stato sostituito da reazioni istantanee, superficiali, spesso svuotate di significato.
Le riviste preferiscono raccontare le collezioni attraverso video di vox pop con celebrità e influencer che, davanti alla telecamera, ripetono banalità come: “Mi è piaciuto molto!” o “Era così potente!”. Un format perfetto per Instagram e TikTok, dove l’unico obiettivo è il coinvolgimento immediato. Il problema? Questo approccio riduce la moda a un semplice contenuto da consumare in pochi secondi, soffocando ogni possibilità di analisi approfondita.
Se la narrazione della moda si basa sempre più sulle emozioni momentanee di chi assiste, cosa resta della vera critica? E, soprattutto, cosa significa questo per i designer che cercano di emergere nel frastuono della fashion week? Se il valore di una collezione si misura solo attraverso reazioni rapide e superficiali, allora il lavoro di chi crea rischia di essere giudicato con lo stesso metro di un meme virale: o colpisce subito, o viene dimenticato.
Forse è il momento di rallentare. Di recuperare la capacità di osservare, di analizzare, di costruire un discorso attorno alla moda che vada oltre il tempo di permanenza su uno scroll. Perché se la critica muore, muore anche la possibilità di comprendere la moda per quello che è: non solo intrattenimento, ma cultura, storia, linguaggio.
E se la vera rivoluzione fosse prendersi il tempo di pensare prima di parlare?
panino #100.5🥪…
Taglia il panino a metà e, se vuoi, tostalo leggermente in padella con una noce di burro. Spalma uno strato di formaggio di capra sulla base, aggiungi un cucchiaio di marmellata di fichi e distribuisci uniformemente un po’ di mostarda di frutta per un tocco piccante. Aggiungi le foglie di rucola per un contrasto fresco e leggermente amarognolo, poi spolvera con pepe nero a piacere. Chiudi il panino e servilo subito per gustarne al meglio i sapori contrastanti e bilanciati.